Le impressioni che renzi aveva suscitato fin dall inizio si sono rivelate, alla luce dei fatti, anche peggiori di quanto già promettevano, la cosa che più sorprende, per chi non vive l italia, è come si possano fare le cose in maniera così spudorata e senza doversi mai assumere la responsabilità di ciò che si dice o si fa. Tutto è ormai ridotto ad una televendita perenne, un gioco al rialzo che non deve mai scontrarsi con la realtà perché non c è nessuno che chiede il conto di ciò che s è promesso..quando le promesse diventano troppe e vengono sparate a raffica diventano come l aria, impalpabili e indispensabili..diventano riempitivi quotidiani dei giornali e delle tv che ne parlano per due giorni per poi passare alla prossima balla, discutono sapendo di mentire, sapendo di parlare di fuffa, di aria fritta appunto...un perfetto gioco delle parti dove ognuno recita la sua...
Quando governava berlusconi c era chi diceva che i disastri politici,economici, morali non erano solo quelli che creava ogni giorno ma che il vero berlusconismo era quello che stava costruendo per chi sarebbe venuto dopo di lui..poteva sembrare un esagerazione invece vedere renzi che usa gli stessi toni arroganti, lo stesso programma non programma, che usa le donne allo stesso modo, che ha gli stessi amici e gli stessi nemici, è il peggiore degli incubi... e per di più con l aggravante di un mondo dell informazione completamente ai suoi piedi, del ricatto che non c è alternativa, di una opposizione debole e senza voce, e del fatto che tecnicamente renzi è il segretario del pd, indi non criticabile perché segretario del maggior partito di sinistra...sempre tecnicamente parlando s intende..
c è una tale amarezza e impotenza nel dover sempre constatare che i cambiamenti non sono mai tali, nel momento in cui si presenta uno con la faccia nuova che dice di voler spazzar via i vecchi potenti subito capisci che non vuole cambiar nulla ma solo sostituirsi lui nei posti che contano per avere la fetta della torta più grande e che la corte rimane intorno sempre immancabilmente la stessa..
la debolezza delle persone la vedi non solo nell essere ciechi di fronte a tutto questo, ma anche nel voler per forza avere un uomo solo al comando in grado di risolvere con una bacchetta magica tutti i problemi..è difficile da credere ma rassegnatevi non esiste, so che è più forte di voi e che siete abituati a credere che esiste un dio che ha creato il cielo e la terra e che è onnipresente, onnipotente, onniscente e ogni tutto ciò che vi pare, ma delegare sempre e comunque sperando che facciano solo il nostro bene è da ingenui per usare un termine gentile..
.quando, dopo i disastri, che non la natura ma la mano dell uomo crea, vedi gli angeli del fango, i volontari che arrivano sempre in massa e le tv che come avvoltoi riprendono chi ha perso tutto, penso che non basta fare i buoni samaritani e poi rivedersi alla prossima 'bomba d acqua' bisogna vigilare prima.. se costruiscono le case sui letti del fiume perché tu cittadino vai a prendere proprio quella casa.? anche se c è la concessione per costruire e ci sono delle appetibili villette se nessuno compra non c è l interesse a speculare su quelle zone..ma se anche uno soltanto si fa abbagliare avranno sempre ragione loro, l avranno sempre vinta loro e a te non resteranno che pochi stracci bagnati...
lunedì 27 ottobre 2014
venerdì 22 agosto 2014
non siete stato voi
Non siete Stato voi che parlate di libertà
come si parla di una notte brava dentro
i lupanari.
Non siete Stato voi che
trascinate la nazione dentro il buio
ma vi divertite a fare i luminari.
Non siete Stato voi che siete uomini di
polso forse perché circondati da una
manica di idioti.
Non siete Stato voi
che sventolate il tricolore come in
curva e tanto basta per sentirvi patrioti.
Non siete Stato voi né il vostro parlamento
di idolatri pronti a tutto per ricevere
un'udienza.
Non siete Stato voi che
comprate voti con la propaganda ma
non ne pagate mai la conseguenza.
Non siete Stato voi che stringete tra le
dita il rosario dei sondaggi sperando
che vi rinfranchi.
Non siete Stato
voi che risolvete il dramma dei disoccupati
andando nei salotti a fare i saltimbanchi.
Non siete Stato voi, uomini boia con la
divisa che ammazzate di percosse i
detenuti.
Non siete Stato voi con gli
anfibi sulle facce disarmate prese
a calci come sacchi di rifiuti.
Non siete Stato voi che mandate i vostri
figli al fronte come una carogna da
una iena che la spolpa.
Non siete Stato
voi che rimboccate le bandiere sulle
bare per addormentare ogni senso di
colpa.
Non siete Stato voi maledetti
forcaioli impreparati, sempre in cerca
di un nemico per la lotta.
Non siete stato voi che brucereste come streghe
gli immigrati salvo venerare quello
nella grotta.
Non siete Stato voi col
busto del duce sugli scrittoi e la
costituzione sotto i piedi.
Non siete Stato voi che meritereste d'essere
estripati come la malerba dalle vostre
sedi.
Non siete Stato voi che
brindate con il sangue di chi tenta
di far luce sulle vostre vite oscure.
Non siete Stato voi che vorreste dare voce
a quotidiani di partito muti come sepolture.
Non siete Stato voi che fate leggi su misura
come un paio di mutande a seconda dei
genitali.
Non siete Stato voi che trattate
chi vi critica come un randagio a cui
tagliare le corde vocali.
Non siete
Stato voi, servi, che avete noleggiato
costumi da sovrani con soldi immeritati,
siete
voi confratelli di una loggia che poggia
sul valore dei privilegiati
come voi
che i mafiosi li chiamate eroi e che
il corrotto lo chiamate pio
e ciascuno
di voi, implicato in ogni sorta di
reato fissa il magistrato e poi giura
su Dio:
"Non sono stato io".
Michele Salvemini
in arte Caparezza
http://m.youtube.com/watch?v=WEgES2gAGcg
mercoledì 20 agosto 2014
riforma...culturale
Ci sono due parole particolarmente odiose che vengono ripetute notte e giorno come lo sgranare del rosario durante la messa..ripresa e riforme..
la situazione non è chiara, o come diceva ennio flaiano, la situazione politica in italia è grave ma non seria..abbiamo scoperto di essere in crisi quando le tv hanno smesso di ripetere le parole dell 'allora premier che cercava di nascondere sotto il tappeto una realtà che non era rose e fiori come si cercava di far credere. Dalla prima fase di ammissione si e' passati allo shock dello spread, che nessuno fino a quel momento sapeva cosa fosse e a furia di aprire ogni tg con i suoi sali e scendi ne siamo diventati tutti tifosi..risolto il problema dello spread, o meglio il terrorismo mediatico che si e' creato ad arte, sono rimaste solo le macerie.. la disoccupazione ha raggiunto dei livelli drammatici, il lavoro è una chimera per chi ha smesso anche di cercare, i giovani non lavorano, c e' un intera generazione di precari e nel frattempo che ha fatto la classe " dirigente"? abbiamo avuto tre presidenti del consiglio tre, tutti salvatori della patria, tutti sobri, pieni di buoni propositi ma con le idee non proprio chiare..e vista l 'emergenza tre presidenti tre non eletti..
l'unica cosa di cui si e' discusso all 'infinito e' delle riforme? Quali? Quante? Perche'? Nessuna spiegazione, riforme punto. renzi e' fin troppo bravo a parlare per uno che in sostanza non dice nulla e troppo bravo a eludere le domande e i problemi per rendersi conto di non contare assolutamente nulla...come la politica tutta che non decide ormai niente sulle questioni che riguardano la vita dei cittadini. c e' un unico,grande e intoccabile sistema che non porta benessere ma solo illusioni, che si regge sul consumo ad ogni costo, che considera l 'uomo una merce, un sistema che viene esportato come una crociata, un modello che deve essere imposto a tutti per continuare ad arricchire i soliti pochi che speculano sulla vita dei soliti tanti..
e' vero non ci sono piu' ideologie, non riesci a distinguere destra e sinistra perche' ha vinto un sistema comodo ed egoista, il capitalismo viene accettato come un dato di fatto non come un modello malato che distrugge l 'ambiente e la salute, che lucra sull 'ambiente e la salute..un altro mondo e' possibile, non e' un 'illusione e' una necessita'....
mercoledì 30 luglio 2014
terroristi
Netanyahu: Il responsabile dei danni a civili non coinvolti è Hamas, e soltanto Hamas, che usa i civili come scudi umani. La minaccia rappresentata dai tunnel di Hamas non può essere confrontata utilizzando la sola forza aerea.
Nessuna pressione internazionale ci impedirà di operare con piena forza contro una organizzazione terroristica che invoca la nostra distruzione.
Dobbiamo essere pronti per una lunga operazione fino a che la nostra missione non sia completata. Non è possibile che i civili israeliani vivano sotto la minaccia dei tunnel e dei razzi. Non fermeremo l’operazione finché non avremo neutralizzato tutti i tunnel del terrore, non c’è guerra più giusta di questa.
"Hamas vuole accumulare più morti possibili. Vogliono usare morti palestinesi telegenici per la loro causa. Più morti ci sono, meglio è
Hamas usa civili come scudi umani”
“Hamas usa i civili per proteggere i suoi missili, come scudi umani. Israele usa i missili per proteggere i civili”. sono i peggiori terroristi, vogliono la distruzione di Israele e di ogni ebreo”.
questo è il primo ministro israeliano che nel mondo al contrario come quello falso in cui viviamo recita la parte della vittima mentre fa il carnefice, non avendo nessuna pietà mentre vengono distrutte scuole e ospedali si appella al diritto divino del suo popolo.
Mi chiedo da miscredente ma è questo il vostro dio? Ma che coscienza avete tutti voi cristiani ad accettare passivamente una ingiustizia cosi palese e mostruosa, e se fossero i vostri figli riuscireste ancora a credere in un dio giusto e buono?
troppo facile lavarsi la coscienza e cercare una giustificazione divina alle malvagità dell' uomo, il vostro dio è solo una consolazione alle vostre meschinità che vi consente di accettare anche ciò che non può avere nessun se e nessun ma...
A nessuno importa del destino dei palestinesi, parole vuote e silenzi assordanti, giri di parole (israele ha diritto di difendersi) non una forte e decisa condanna, e di fronte a quelli che usano la parola diplomazia mi verrebbe da chiedere, ma se proprio volete fermare israele perché continuate a vendere loro le armi? perché quando si trattava di hamas era giusto boicottare e non far arrivare neanche la medicine perché c erano i terroristi, invece a israele si chiede gentilmente di fermarsi ma di fatto si lascia nelle condizioni di fare ciò che vuole. I terroristi sono sempre gli altri.. è una questione di razza non di azioni....
Nessuna pressione internazionale ci impedirà di operare con piena forza contro una organizzazione terroristica che invoca la nostra distruzione.
Dobbiamo essere pronti per una lunga operazione fino a che la nostra missione non sia completata. Non è possibile che i civili israeliani vivano sotto la minaccia dei tunnel e dei razzi. Non fermeremo l’operazione finché non avremo neutralizzato tutti i tunnel del terrore, non c’è guerra più giusta di questa.
"Hamas vuole accumulare più morti possibili. Vogliono usare morti palestinesi telegenici per la loro causa. Più morti ci sono, meglio è
Hamas usa civili come scudi umani”
“Hamas usa i civili per proteggere i suoi missili, come scudi umani. Israele usa i missili per proteggere i civili”. sono i peggiori terroristi, vogliono la distruzione di Israele e di ogni ebreo”.
questo è il primo ministro israeliano che nel mondo al contrario come quello falso in cui viviamo recita la parte della vittima mentre fa il carnefice, non avendo nessuna pietà mentre vengono distrutte scuole e ospedali si appella al diritto divino del suo popolo.
Mi chiedo da miscredente ma è questo il vostro dio? Ma che coscienza avete tutti voi cristiani ad accettare passivamente una ingiustizia cosi palese e mostruosa, e se fossero i vostri figli riuscireste ancora a credere in un dio giusto e buono?
troppo facile lavarsi la coscienza e cercare una giustificazione divina alle malvagità dell' uomo, il vostro dio è solo una consolazione alle vostre meschinità che vi consente di accettare anche ciò che non può avere nessun se e nessun ma...
A nessuno importa del destino dei palestinesi, parole vuote e silenzi assordanti, giri di parole (israele ha diritto di difendersi) non una forte e decisa condanna, e di fronte a quelli che usano la parola diplomazia mi verrebbe da chiedere, ma se proprio volete fermare israele perché continuate a vendere loro le armi? perché quando si trattava di hamas era giusto boicottare e non far arrivare neanche la medicine perché c erano i terroristi, invece a israele si chiede gentilmente di fermarsi ma di fatto si lascia nelle condizioni di fare ciò che vuole. I terroristi sono sempre gli altri.. è una questione di razza non di azioni....
domenica 27 luglio 2014
Eduardo Galeano
Eduardo Galeano su Gaza
Per giustificarsi, il terrorismo di Stato produce terroristi: semina odio e raccoglie alibi. Tutto sta ad indicare che questa carneficina a Gaza, che secondo i suoi autori vuole eliminare i terroristi, riuscirà a moltiplicarli.
Dal 1948, i palestinesi vivono condannati ad una umiliazione perpetua. Non possono nemmeno respirare senza permesso. Hanno perso la loro patria, le loro terre, la loro acqua, la loro libertà il loro tutto. Non hanno nemmeno il diritto di eleggere i loro governanti. Quando votano chi non devono votare vengono puniti.
Gaza sta subendo una punizione. Da quando Hamas ha vinto in modo regolare le elezioni del 2006, è diventata una trappola senza uscita. Qualcosa di simile era successo anche nel 1932, quando il Partito Comunista trionfò nelle elezioni de El Salvador. Zuppi di sangue i salvadoregni dovettero espiare la loro cattiva condotta e da allora hanno dovuto vivere sottomessi alle dittature militari. La democrazia è un lusso che non tutti meritano.
Sono figli dell’impotenza i razzi rudimentali che i militanti di Hamas, assediati a Gaza, lanciano con scarsa precisione sulle terre che un tempo erano dei palestinesi e che l’occupazione israeliana ha usurpato. E la disperazione, al limite della follia suicida, è la madre delle bravate che negano il diritto all’esistenza d’Israele. Urla senza alcuna efficacia. Mentre la efficacissima guerra di sterminio sta negando, da anni, il diritto all’esistenza della Palestina. Ormai rimane poco della Palestina. Giorno dopo giorno, Israele la sta cancellando dalle mappe. I coloni invadono, e dietro di loro i soldati ne modificano i confini. I proiettili consacrano l’espropriazione alla legittima difesa. Non esiste guerra aggressiva che non dichiari di essere una guerra difensiva. Hitler invase la Polonia per evitare che la Polonia invadesse la Germania. Bush ha invaso l’Irak per evitare che l’Irak invadesse il mondo. In ciascuna delle sue guerre difensive, Israele si è mangiato un pezzo della Palestina e i banchetti vanno avanti. Questo divorare è giustificato dai titoli di proprietà che la Bibbia ha ceduto, per i duemila anni di persecuzione che il popolo giudaico ha subito, e per il panico che i palestinesi creano all’assedio.
Israele è il paese che non ha mai rispettato le raccomandazioni, né le risoluzioni delle Nazioni Unite, che non ha mai raccolto le sentenze dei tribunali internazionali, che si prende gioco delle leggi internazionali, è l’unico paese che ha legalizzato la tortura dei prigionieri. Chi gli ha regalato il diritto di negare il diritto? Da dove viene l’impunità con cui Israele sta eseguendo la mattanza a Gaza? Il governo spagnolo non avrebbe potuto bombardare impunemente il Paese Basco per eliminare l’ETA. Il governo britannico non avrebbe potuto distruggere l’Irlanda per liquidare l’IRA. Per caso la tragedia dell’Olocausto implica una polizza di eterna impunità? O questa luce verde proviene dalla potenza capetto che ha in Israele il più incondizionato dei suoi vassalli? L’esercito israeliano, il più moderno e sofisticato al mondo, sa chi ammazza. Non uccide per errore. Uccide per orrore. Le vittime civili si chiamano danni collaterali, secondo il dizionario di altre guerre imperiali. A Gaza, su 10 danni collaterali, 3 sono bambini. E sono migliaia i mutilati, vittime della tecnologia dello sventramento umano che l’industria militare sta provando con successo in questa operazione di pulizia etnica. E come sempre, è sempre la stessa storia: a Gaza, cento a uno. A fronte di cento palestinesi morti, un israeliano. Persone pericolose, avverte l’altro bombardamento, a cura dei grandi media di manipolazione, che ci invitano a credere che una vita israeliana vale cento vite palestinesi. Questi stessi media ci invitano a credere che sono umanitarie le duecento testate atomiche d’Israele e che una potenza nucleare chiamata Iran è stata quella che ha raso al suolo Hiroshima e Nagasaki.
La cosiddetta Comunità Internazionale esiste?
Oltre ad essere un club di commercianti, banchieri e guerrieri, cos’altro è? Cos’altro è oltre a un nome artistico che gli USA usano per le loro performance teatrali?
Di fronte alla tragedia di Gaza, l’ipocrisia mondiale ancora una volta si fa notare. Come sempre l’indifferenza, i discorsi di circostanza, le vuote dichiarazioni, le declamazioni altisonanti, le posizioni ambigue, rendono tributo alla sacra impunità.
Della tragedia di Gaza, i paesi arabi se ne lavano le mani. Come sempre. E come sempre, i paesi europei se le sfregano le mani.
La vecchia Europa, così piena di bellezza e perversità, sparge qualche lacrima mentre segretamente celebra questa tiro maestro. Perché la caccia agli ebrei è sempre stata un’abitudine europea, ma da più di mezzo secolo, questo debito storico lo si sta facendo pagare ai palestinesi, anch’essi semiti, che mai sono stati né lo sono, antisemiti. Stanno pagando con il sangue contante e sonante un conto non loro.
Per giustificarsi, il terrorismo di Stato produce terroristi: semina odio e raccoglie alibi. Tutto sta ad indicare che questa carneficina a Gaza, che secondo i suoi autori vuole eliminare i terroristi, riuscirà a moltiplicarli.
Dal 1948, i palestinesi vivono condannati ad una umiliazione perpetua. Non possono nemmeno respirare senza permesso. Hanno perso la loro patria, le loro terre, la loro acqua, la loro libertà il loro tutto. Non hanno nemmeno il diritto di eleggere i loro governanti. Quando votano chi non devono votare vengono puniti.
Gaza sta subendo una punizione. Da quando Hamas ha vinto in modo regolare le elezioni del 2006, è diventata una trappola senza uscita. Qualcosa di simile era successo anche nel 1932, quando il Partito Comunista trionfò nelle elezioni de El Salvador. Zuppi di sangue i salvadoregni dovettero espiare la loro cattiva condotta e da allora hanno dovuto vivere sottomessi alle dittature militari. La democrazia è un lusso che non tutti meritano.
Sono figli dell’impotenza i razzi rudimentali che i militanti di Hamas, assediati a Gaza, lanciano con scarsa precisione sulle terre che un tempo erano dei palestinesi e che l’occupazione israeliana ha usurpato. E la disperazione, al limite della follia suicida, è la madre delle bravate che negano il diritto all’esistenza d’Israele. Urla senza alcuna efficacia. Mentre la efficacissima guerra di sterminio sta negando, da anni, il diritto all’esistenza della Palestina. Ormai rimane poco della Palestina. Giorno dopo giorno, Israele la sta cancellando dalle mappe. I coloni invadono, e dietro di loro i soldati ne modificano i confini. I proiettili consacrano l’espropriazione alla legittima difesa. Non esiste guerra aggressiva che non dichiari di essere una guerra difensiva. Hitler invase la Polonia per evitare che la Polonia invadesse la Germania. Bush ha invaso l’Irak per evitare che l’Irak invadesse il mondo. In ciascuna delle sue guerre difensive, Israele si è mangiato un pezzo della Palestina e i banchetti vanno avanti. Questo divorare è giustificato dai titoli di proprietà che la Bibbia ha ceduto, per i duemila anni di persecuzione che il popolo giudaico ha subito, e per il panico che i palestinesi creano all’assedio.
Israele è il paese che non ha mai rispettato le raccomandazioni, né le risoluzioni delle Nazioni Unite, che non ha mai raccolto le sentenze dei tribunali internazionali, che si prende gioco delle leggi internazionali, è l’unico paese che ha legalizzato la tortura dei prigionieri. Chi gli ha regalato il diritto di negare il diritto? Da dove viene l’impunità con cui Israele sta eseguendo la mattanza a Gaza? Il governo spagnolo non avrebbe potuto bombardare impunemente il Paese Basco per eliminare l’ETA. Il governo britannico non avrebbe potuto distruggere l’Irlanda per liquidare l’IRA. Per caso la tragedia dell’Olocausto implica una polizza di eterna impunità? O questa luce verde proviene dalla potenza capetto che ha in Israele il più incondizionato dei suoi vassalli? L’esercito israeliano, il più moderno e sofisticato al mondo, sa chi ammazza. Non uccide per errore. Uccide per orrore. Le vittime civili si chiamano danni collaterali, secondo il dizionario di altre guerre imperiali. A Gaza, su 10 danni collaterali, 3 sono bambini. E sono migliaia i mutilati, vittime della tecnologia dello sventramento umano che l’industria militare sta provando con successo in questa operazione di pulizia etnica. E come sempre, è sempre la stessa storia: a Gaza, cento a uno. A fronte di cento palestinesi morti, un israeliano. Persone pericolose, avverte l’altro bombardamento, a cura dei grandi media di manipolazione, che ci invitano a credere che una vita israeliana vale cento vite palestinesi. Questi stessi media ci invitano a credere che sono umanitarie le duecento testate atomiche d’Israele e che una potenza nucleare chiamata Iran è stata quella che ha raso al suolo Hiroshima e Nagasaki.
La cosiddetta Comunità Internazionale esiste?
Oltre ad essere un club di commercianti, banchieri e guerrieri, cos’altro è? Cos’altro è oltre a un nome artistico che gli USA usano per le loro performance teatrali?
Di fronte alla tragedia di Gaza, l’ipocrisia mondiale ancora una volta si fa notare. Come sempre l’indifferenza, i discorsi di circostanza, le vuote dichiarazioni, le declamazioni altisonanti, le posizioni ambigue, rendono tributo alla sacra impunità.
Della tragedia di Gaza, i paesi arabi se ne lavano le mani. Come sempre. E come sempre, i paesi europei se le sfregano le mani.
La vecchia Europa, così piena di bellezza e perversità, sparge qualche lacrima mentre segretamente celebra questa tiro maestro. Perché la caccia agli ebrei è sempre stata un’abitudine europea, ma da più di mezzo secolo, questo debito storico lo si sta facendo pagare ai palestinesi, anch’essi semiti, che mai sono stati né lo sono, antisemiti. Stanno pagando con il sangue contante e sonante un conto non loro.
giovedì 24 luglio 2014
lunedì 21 luglio 2014
israele non vuole la pace
di Gideon Levy – Haaretz
Gerusalemme, 9 luglio 2014, Nena News – Israele non vuole la pace. Non c’è niente di quello che ho scritto finora di cui sarei più contento di essere smentito. Ma le prove si sono accumulate a dismisura. In effetti, si può dire che Israele non ha mai voluto la pace – una pace giusta, cioè basata su un compromesso equo per entrambe le parti.
È vero che l’abituale saluto in ebraico è “Shalom” (“Pace”) – quando uno se ne va e quando arriva. E, di primo acchitto, praticamente ogni israeliano direbbe di volere la pace, è ovvio. Ma non farebbe riferimento al tipo di pace che porterebbe anche alla giustizia, senza la quale non c’è pace, e non ci potrà essere. Gli israeliani vogliono la pace, non la giustizia, certamente non basata su principi universali. Quindi, “Pace, pace, quando pace non c‘è.” Non soltanto non c’è pace: negli anni recenti, Israele si è allontanato persino dall’aspirare a fare la pace. Ha perso totalmente lil desiderio di farla. La pace è scomparsa dalla prospettiva di Israele, e il suo posto è stato preso da un’ansietà collettiva che si è sistematicamente impiantata, e da questioni personali, private che ora hanno la prevalenza su tutto il resto.
Verosimilmente il desiderio di pace di Israele è morto circa dieci anni fa, dopo il fallimento del summit di Camp David nel 2000, la diffusione della menzogna secondo cui non ci sono partner palestinesi per fare la pace, e, ovviamente, l’orribile periodo intriso di sangue della Seconda Intifada. Ma la verità è che, persino prima di tutto questo, Israele non ha mai veramente voluto la pace. Israele non ha mai, neppure per un minuto, trattato i palestinesi come esseri umani con pari diritti. Non ha mai visto la loro sofferenza come una comprensibile sofferenza umana e nazionale. Anche il campo pacifista israeliano- se pure è mai esistito qualcosa del genere – è morto anche lui di una lunga agonia tra le sconvolgenti scene della Seconda Intifada e la menzogna della mancanza di una controparte [palestinese]. Tutto ciò che è rimasto è stato un pugno di organizzazioni tanto determinate e impegnate quanto inefficaci nel contrastare le campagne di delegittimazione costruite contro di loro. Perciò Israele è rimasto con il suo atteggiamento di rifiuto.
Il dato di fatto più evidente del rifiuto della pace da parte di Israele è, ovviamente, il progetto di colonizzazione. Fin dalle sue origini, non c’è mai stato una più attendibile o più evidente prova inconfutabile delle reali intenzioni [di Israele] di questa particolare iniziativa. In poche parole: chi costruisce gli insediamenti vuole consolidare l’occupazione, e chi vuole consolidare l’occupazione non vuole la pace. Questa in sintesi è la questione. Ammettendo che le decisioni di Israele siano razionali, è impossibile accettare che la costruzione delle colonie e l’aspirazione alla pace siano vicendevolmente. Ogni attività per la costruzione degli insediamenti dei coloni, ogni roulotte e ogni balcone trasmette rifiuto. Se Israele avesse voluto raggiungere la pace attraverso gli Accordi di Oslo, avrebbe almeno bloccato la costruzione di colonie di sua spontanea iniziativa. Il fatto che non sia avvenuto prova che gli accordi di Oslo sono stati un inganno, o nella migliore delle ipotesi la cronaca di un fallimento annunciato. Se Israele avesse voluto ottenere la pace a Taba, a Camp David, a Sharm el-Sheikh, a Washington o a Gerusalemme, la sua prima mossa avrebbe dovuto essere la fine di qualunque tipo di edificazione nei Territori [occupati]. Senza porre condizioni. Senza contropartita. Che Israele non lo abbia fatto è la prova che non vuole una pace giusta.
Ma le colonie sono state solo la pietra di paragone delle intenzioni di Israele. Il suo atteggiamento di rifiuto è molto più profondamente radicato nel suo DNA, nelle sue vene, nella sua ragione d’essere, nelle sue originarie convinzioni. Lì, a livello più profondo, risiede il concetto che questa terra è destinata solo agli Ebrei. Lì, a livello più profondo, è fondata la valenza di “am sgula” – “il prezioso popolo” di Dio – e “siamo gli eletti da Dio”. In pratica, ciò viene inteso con il significato che, in questo territorio, gli ebrei possono fare quello che agli altri è vietato. Questo è il punto di partenza, e non c’è modo di passare da questo concetto ad una pace giusta. Non c’è modo di arrivare ad una pace giusta quando il gioco consiste nella de-umanizzazione dei palestinesi. Non c’è modo di arrivare ad una giusta pace quando la demonizzazione dei palestinesi è inculcata quotidianamente nelle menti della gente.
Quelli che sono convinti che ogni palestinese è una persona sospetta e che ogni palestinese vuole “gettare a mare gli ebrei”, non faranno mai la pace con i palestinesi. La maggioranza degli Israeliani è convinta della verità di queste affermazioni. Nell’ultimo decennio, i due popoli sono stati separati gli uni dagli altri. Il giovane israeliano medio non incontrerà mai un suo coetaneo palestinese, se non durante il servizio militare (e solo se farà il servizio militare nei Territori [occupati]). Neanche il giovane palestinese medio incontra mai un suo coetaneo israeliano, se non il soldato che brontola e sbuffa ai checkpoint, o irrompe a casa sua nel bel mezzo della notte, o il colono che usurpa la sua terra o che incendia i suoi alberi.
Di conseguenza, l’unico incontro tra i due popoli avviene tra gli occupanti, che sono armati e violenti, e gli occupati, che sono disperati e anche loro tendenzialmente violenti. Sono passati i tempi in cui i palestinesi lavoravano in Israele e gli israeliani facevano la spesa in Palestina. E’ passato il tempo delle relazioni quasi normali e quasi paritarie che sono esistite per pochi decenni tra i due popoli che condividono lo stesso territorio. E’ molto facile, in questa situazione, incitare e infiammare i due popoli uno contro l’altro, spargere paure e instillare nuovo odio oltre a quello che già c’è. Anche questa è una sicura ricetta contro la pace.
Così è sorto un nuovo desiderio di Israele, quello della separazione: “Loro se ne staranno là e noi qua (e anche là).” Proprio quando la maggioranza dei palestinesi – una constatazione che mi permetto di fare dopo decenni di corrispondenze dai Territori occupati – ancora desidera la coesistenza, anche se sempre meno, la maggioranza degli israeliani vuole il disimpegno e la separazione, ma senza pagarne il prezzo. La visione dei due Stati ha guadagnato una diffusa adesione, ma senza la minor intenzione di metterla in pratica. La maggioranza degli israeliani è favorevole, ma non ora e forse neppure qui. Sono stati abituati a credere che non ci sono partner per la pace – ossia una controparte palestinese – ma che ce n’è una israeliana.
Sfortunatamente, la verità è l’esatto contrario. I non partner palestinesi non hanno più la minima possibilità di dimostrare di essere delle controparti; i non partner israeliani sono convinti di esserlo. Così è iniziato un processo nel quale condizioni, ostacoli e difficoltà [posti] da Israele, sono andati aumentando, un’altra pietra miliare dell’atteggiamento di rifiuto israeliano. Prima viene la richiesta di cessare gli attacchi terroristici; poi quella di un cambiamento dei dirigenti (Yasser Arafat come un ostacolo [alla pace]); e poi lo scoglio diventa Hamas. Ora è il rifiuto da parte dei palestinesi di riconoscere Israele come Stato ebraico. Israele considera ogni suo passo – a partire dagli arresti di massa degli oppositori politici nei Territori [occupati] – come legittimi, mentre ogni mossa palestinese è “unilaterale”.
L’unico paese al mondo che non ha confini [definiti] non è assolutamente intenzionato a definire quale compromesso sui [propri] confini che è pronto ad accettare. Israele non ha interiorizzato il fatto che per i palestinesi i confini del 1967 sono la base di ogni compromesso, la linea rossa della giustizia (o di una giustizia relativa). Per gli israeliani, sono “confini suicidi”. Questa è la ragione per cui la salvaguardia dello status quo è diventato il vero obbiettivo di Israele, il principale scopo della sua politica, praticamente fondamentale e unico. Il problema è che l’attuale situazione non può durare per sempre. Storicamente, poche nazioni hanno accettato di vivere per sempre sotto occupazione senza resistere. E pure la comunità internazionale sarà un giorno disposta ad esprimere una ferma condanna di questo stato di cose, accompagnata da misure punitive. Ne consegue che l’obiettivo di Israele è irrealistico.
Slegata dalla realtà, la maggioranza degli israeliani continua nel proprio modo di vita quotidiano. Nella loro visione della situazione, il mondo è sempre contro di loro, e le zone occupate nel giardino di casa sono lontane dal loro campo di interesse. Chiunque osi criticare la politica di occupazione è etichettato come antisemita, ogni atto di resistenza è interpretato come una sfida esiziale. Ogni opposizione internazionale all’occupazione è letto come una “delegittimazione” di Israele e come una minaccia all’esistenza stessa del paese. I sette miliardi di abitanti del pianeta – la maggior parte dei quali sono contrari all’occupazione – sbagliano, e i sei milioni di ebrei israeliani – la maggior parte favorevole all’occupazione – sono nel giusto. Questa è la realtà dal punto di vista dell’israeliano medio.
Si aggiunga a questo la repressione, l’occultamento e l’offuscamento [della realtà], ed ecco un’altra spiegazione dell’atteggiamento di rifiuto: perché ci si dovrebbe impegnare per la pace finché la vita in Israele è buona, la tranquillità prevale e la realtà è nascosta? L’unico modo che la Striscia di Gaza assediata ha per ricordare alla gente della sua esistenza è di sparare razzi, e la Cisgiordania torna a fare notizia nei giorni in cui vi scorre il sangue. Allo stesso modo, il punto di vista della comunità internazionale è presa in considerazione solo quando cerca di imporre il boicottaggio e le sanzioni, che a loro volta generano immediatamente una campagna di autocommiserazione costellata di ottuse – e a volte anche fuori luogo – accuse che fanno riferimento alla storia.
Questa è dunque la cupa immagine [della situazione]. Non ci si trova neanche un raggio di speranza. Il cambiamento non avverrà dall’interno, dalla società israeliana, finché questa società continuerà a comportarsi in questo modo. I palestinesi hanno fatto più di un errore, ma i loro errori sono marginali. Fondamentalmente la giustizia è dalla loro parte, e un fondamentale atteggiamento di rifiuto è appannaggio degli israeliani. Gli israeliani vogliono l’occupazione, non la pace. Spero solo di sbagliarmi.
Imagine
Quanto tempo dovra passare prima che sia fermato il genocio in terra palestinese, quanti bambini innocenti devono ancora morire, quanti ospedali dovranno essere centrati senza che vengano considerati effetti collaterali, quanto ancora si deve giocare con le parole e appellarsi al diritto di israele di difendersi, quando finirà la conta quotidiana dei morti.?
Per anni ci hanno " spiegato" che la questione israelo-palestinese era complicata e semplificandola ti ripetevano, e ancora continuano a ripetere, che da una parte c è il diritto di un popolo a resistere e trovare la sua terra dopo gli orrori della guerra e dall altra i palestinesi sempre più identificati come terroristi che non riconoscono il diritto di esistere allo stato di israele.
Questa visione si è cosi insinuata da superare i fatti storici, da negare l inferno della vita quotidiana in quella terra maledetta con o senza le bombe che piovono sulla testa degli innocenti..
di fronte ai grandi sforzi della propaganda europea e americana nel giustificare questa situazione non distinguendo tra oppressori e oppressi basta togliere gli abiti ai protagonisti e analizzare i fatti senza lasciarsi influenzare dalle bandiere, facendo per una volta uno sforzo di identificazione con l altro... come cantava john lennon imagine...immagina di vivere nella tua terra insieme alla tua famiglia, immagina di convivere pacificamente con i tuoi vicini ma nel corso degli anni assisti all aumento di ospiti che non si rivelano armati delle migliori intenzioni, immagina che ti vengano posti dei confini perché è stato deciso da altri che bisogna dare un nome diverso alla tua terra, e che ora sei tu l ospite in casa tua..immagina che nel trattempo le tue terre siano espropriate e il tuo orizzonte coperto da muri mentre crescono come funghi i check point che non ti permettono i minimi spostamenti..immagina le bombe che distruggono case, scuole, ospedali in nome dell autodifesa..immagina di vivere come un topo in trappola e di non credere nell inferno perché l inferno è quello che vivi ogni giorno...
Fosse stato un qualunque altro popolo a subire una tale sorte, l indignazione sarebbe stata unanime e non sarebbe passata come una cosa normale raccontare che 4 bambini sono morti mentre giocavano nella spiaggia, non sarebbe accettabile fare il bollettino dei morti, non sarebbe umano assistere alla pulizia etnica di un popolo, perché non si continui a essere ipocriti, di quello si tratta..una cosa che accomuna tutti i genocidi nella storia e della guerra in genere è la disumanizazione del "nemico", per questo tanti sraeliani cresciuti nell odio e nel sospetto gioiscono quando vengono uccisi i palestinesi visti come un fastidio e un ostacolo alla loro vita pacifica, non come un popolo con cui costruire due stati..
Oggi ho ascoltato l intervento di moni ovadia, e spiega tutto molto meglio di me, Illuminante....
https://m.youtube.com/watch?v=c60yezpng3U
venerdì 18 luglio 2014
sabato 28 giugno 2014
il gattopardo
In questi mesi, seguendo un po più distrattamente del solito le cose italiane, un po per nausea, un po per eccessivo disgusto, mi è spesso capitato di chiedermi ma perché quegli stessi che criticavano berlusconi anche ferocemente ora giustificano renzi anche se tenta di fare le stesse cose? hanno tutti i paraocchi? Non vogliono vedere perché come ha sempre detto renzi io sono la vostra ultima speranza? Dare un credito cosi ampio a qualcuno solo perché all ultima spiaggia non è solo sbagliato è da masochisti, presentare riforme tanto per fare come se fossero la panacea di tutti i mali non risolve nessuna crisi, non ti fa pagare meno tasse né trovare lavoro. Ma poi che cosa vuol dire riforma? Di cosa stiamo parlando, di nuova legge elettorale, di cancellare il senato..per farne cosa un assemblea di consiglieri che non hanno vitalizi ma, anche se nessuno l ha proposta,l immunità parlamentare che di questi tempi in cui trovare una regione che non abbia qualcuno indagato è come trovare un tg in cui non si parla della nazionale di calcio o dei delitti in cui concentrare la morbosità della gente..
si parla di nulla come sempre, la soluzione alla crisi la propongono gli stessi che l' hanno causata, e dopo aver letto shock economy sono sempre più convinta che siano crisi create ad arte per ridurre la gente in condizione da poter essere ricattata ed accettare qualunque cosa.cancellando i diritti e rendendo la cosa pubblica una merce..prendendo ad esempio il lavoro, in che condizione si trova una persona che lo perde o non lo trova, se hai un mutuo da pagare, una famiglia da mantenere accetti tutto e vedi coloro che hanno il posto fisso come privilegiati che possono rinunciare a quelli che un tempo erano diritti..ma togliere diritti non significa che se ne avvantaggiano gli altri che non ne hanno anzi si crea la solita guerra tra poveri in cui non vincerà nessuno, solo i ricchi continueranno a essere più ricchi e i poveri più miserabili...
solo una cosa mi chiedo, dove vogliono arrivare questi signori? Ora più o meno si continua a campare altrimenti non ci sarebbero le file notturne per prendere l ultimo smarthphone in uscita a 800 euro, ma quando non ci saranno più pensioni, quando quel 50 per cento di giovani senza lavoro e senza futuro non troveranno la speranza neanche partendo come hanno fatto i nostri nonni...
Chi disquisisce ogni giorno di ricette per il popolino mi da solo l impressione di un misero regnante con la sua corte di nobili privilegiati che parlano di cose che non sanno, di problemi che non hanno e non sentono come se fossero loro (altrimenti avrebbero anche un minimo di ritegno a parlare e dire che con 80 euro si fa la spesa per un mese!). Certo non possiamo aspettarci una rivolta come quella francese o una protesta come quella greca, siamo sempre l'Italia del gattopardo, quella che già poco prima del unità con lo sbarco di Garibaldi in Sicilia fa dire al protagonista " se vogliamo che tutto rimanga com è bisogna che tutto cambi".. (a proposito a furia di sentirne parlare mi è venuta la curiosità e lo sto leggendo, a parte certe parti molto descrittive che non amo particolarmente è interessante..).
ho trovato un articolo del direttore del fatto che mi ha dato lo spunto per riniziare a scrivere dopo un po di tempo quindi lo inserisco..
"Perché a Matteo Renzi viene perdonato tutto ciò che non è stato perdonato a Silvio Berlusconi?Breve promemoria. Nel famigerato ventennio, più volte gli scherani del sultano di Arcore provarono a liberarsi delle intercettazioni telefoniche e ambientali comprovanti i loro traffici. Con la scusa della privacy da difendere, minacciarono la chiusura dei giornali che avessero pubblicato quei verbali e altri sfracelli. Si coniò giustamente il termine “bavaglio”, si organizzarono piazze ricolme di sdegno e gli strilli fecero tremare le vetrate del Quirinale e di Palazzo Chigi. Non se ne parlò più.
L’altroieri, dagli uffici del ministro Orlando è stata fatta filtrare una riforma della giustiziariguardante anche la (non) pubblicazione delle intercettazioni per vedere l’effetto che faceva. L’obiettivo è il medesimo perseguito dal crudele Caimano: evitare che finiscano sui giornali conversazioni sconvenienti per i potenti. Ma quella che un tempo sembrava una macelleria messicana oggi è una elegante sala da tè dove giornalisti ed esperti trattano il non più bavaglio con grazia e soavità come piluccassero pasticcini. E che dire della soppressione delSenato elettivo che il premier di Rignano sull’Arno ha proposto, ponendo i parlamentari della Repubblica davanti alla cortese alternativa: o la votate o ve ne andate a casa? Per aver vagheggiato qualcosa di simile, il presidente-padrone fu paragonato a Mussolini, mentre al vincitore della Ruota della fortuna ’94 basta enunciare la supercazzola del bicameralismo perfetto e tutto tace (tranne i soliti rompiscatole).
La spiegazione più banale del doppiopesismo all’italiana è che Renzi non è Berlusconi, non ha i suoi trascorsi, appare meno pericoloso e non si tinge i capelli. Senza contare che quello stesso Pd che ieri tuonava dall’opposizione contro la democrazia messa in pericolo dalla destra oggi concorda le riforme con gli ex nemici in una confusione di ruoli dove non ci sono più buoni e cattivi, ma solo una grande marmellata dolciastra. O forse, l’immunità di Renzi nasce dallo spirito del tempo di un Paese talmente stanco e sfibrato dalle nefandezze subìte e così imbrogliato e rassegnato, che preferisce lasciar perdere, e il naufragar gli è dolce in questo mare.
il Fatto Quotidiano, 28 Giugno 2014
lunedì 24 febbraio 2014
il metodo del più forte
3Il governo monti è nato nel 2011 perché una parola che fino ad allora conoscevano solo gli addetti ai lavori è diventato l incubo dell italia, lo spread..troppo entuasisti perché questo significava mandare a casa l incubo vero, ossia il cavaliere, non ci si accorgeva di aver creato un precedente preoccupante e pericoloso. Mettere dei tecnici laddove la politica aveva fallito in tutto non sembrava neanche un idea pessima, il problema erano quei tecnici di fronte a quel parlamento che rimaneva pur sempre espressione di quella politica indecente. Risultati.. la riforma fornero, insieme ai disoccupati che crescevano hanno creato il limbo degli esodati, viene inserito nella costituzione il pareggio di bilancio, aumentano le accise un giorno si e l altro pure, l ici diventa imu..quindi dopo un anno punto a capo, nuova emergenza nazionale..tutti al voto..3 partiti che si equivalgono e per superare lo stallo, la più losca elezione del presidente della repubblica, col pd che prima suicida se stesso o, quel che restava del suo passato, e poi con la rielezione di napoletano spalanca le sue braccia alle larghe intese..anche allora la scusa era l emergenza nazionale, la crisi.10 mesi di governo letta hanno giustificato queste mosse? a quanto pare no se la disoccupazione continuava a crescere, le aziende a chiudere, e dopo aver passato più tempo a discutere di legge elettorale che a fare altro, è arrivato di gran carriera l uomo del fare a far cadere questo governo di insussistenza totale..
La cosa che lascia perplessi è il fatto che il modo in cui matteo renzi sia salito al colle a farsi dare l incarico non abbia suscitato perplessità e inquietidine, la maggior parte dei mass media ovviamente non si scandalizzano da queste manovre di palazzo anzi se ne fanno portavoce, con sempre minori eccezioni, e la gente che si lascia ingannare come al solito non ha il senso critico per poter arrivare a pensare che non è solo una questione di metodo, questa è l abc della democrazia..per quanto non sia il sistema perfetto, siamo arrivati al terzo governo nominato dal capo dello stato, al terzo presidente che spunta fuori dal cassetto con la scusa dell emergenza, e non rassicura che così si faceva nella prima repubblica con la dc, non rassicura il "vediamo come lavora, giudichiamo renzi per quello che fa"..l unica cosa che giudico è che..primo è un bugiardo come gli altri, perché diceva a letta stai tranquillo per poi pugnalarlo alle spalle, e mentre diceva che non sarebbe salito a palazzo senza elezioni intanto è li a chiedere la fiducia senza passare per il voto..è bastato essere eletti alle primarie del proprio partito per avere le chiavi in mano del paese e, dentro quello stesso partito che chiamano democratico decidere di cambiare in corsa le carte in tavola..secondo non attacca la favoletta del governo più giovane, con più presenze femminili, si giudica da solo un governo che conferma alfano, lupi, lorenzin come ministri, che non può nominare un magistrato antimafia alla giustizia perché bisogna essere garantisti, garantisti con chi con la giustizia la viola! un governo pieno di conflitti d interessi e di interessi da salvaguardare..
La cosa che lascia perplessi è il fatto che il modo in cui matteo renzi sia salito al colle a farsi dare l incarico non abbia suscitato perplessità e inquietidine, la maggior parte dei mass media ovviamente non si scandalizzano da queste manovre di palazzo anzi se ne fanno portavoce, con sempre minori eccezioni, e la gente che si lascia ingannare come al solito non ha il senso critico per poter arrivare a pensare che non è solo una questione di metodo, questa è l abc della democrazia..per quanto non sia il sistema perfetto, siamo arrivati al terzo governo nominato dal capo dello stato, al terzo presidente che spunta fuori dal cassetto con la scusa dell emergenza, e non rassicura che così si faceva nella prima repubblica con la dc, non rassicura il "vediamo come lavora, giudichiamo renzi per quello che fa"..l unica cosa che giudico è che..primo è un bugiardo come gli altri, perché diceva a letta stai tranquillo per poi pugnalarlo alle spalle, e mentre diceva che non sarebbe salito a palazzo senza elezioni intanto è li a chiedere la fiducia senza passare per il voto..è bastato essere eletti alle primarie del proprio partito per avere le chiavi in mano del paese e, dentro quello stesso partito che chiamano democratico decidere di cambiare in corsa le carte in tavola..secondo non attacca la favoletta del governo più giovane, con più presenze femminili, si giudica da solo un governo che conferma alfano, lupi, lorenzin come ministri, che non può nominare un magistrato antimafia alla giustizia perché bisogna essere garantisti, garantisti con chi con la giustizia la viola! un governo pieno di conflitti d interessi e di interessi da salvaguardare..
giovedì 30 gennaio 2014
senza pause
Spesso si ha la brutta abitudine di parlare senza cognizione di causa e di decidere come devono vivere gli altri comodamente seduti nei propri privilegi senza avere la minima idea di come si sta la fuori..un esempio piccolo ma significativo...l operaio che sembra una figura d annata, un immagine sbiadita del 900 dove si lottava per non essere schiavi di qualcuno o di qualcosa, viene sottoposto a ricatti mascherati da trattative, e così, in nome della crisi, qualsiasi cosa si può negare, dallo stipendio ai sindacati, alle pause..
avendo lavorato un paio di anni alla zanussi elettrolux, in veneto, so che quello che alle orecchie di qualcuno può sembrare una sciocchezza come una pausa in più o in meno non lo è, perché lavori principalmente come un automa in mezzo agli automi e soprattutto per chi per 6 o 8 ore esegue lo stesso identico movimento avere 10 minuti per tornare umano non è un privilegio ma una necessità. Non dimenticherò mai cosa ci disse un responsabile il primo giorno di lavoro mostrandoci la fabbrica, queste sono macchine nuove e belle perché ci permettono di risparmiare molti operai..per anni quella che era la fabbrica più grande della zona ha preferito investire e buttare i soldi su macchinari che non avrebbe utilizzato con la sola speranza di fare a meno del personale umano..
i personaggi come marchionne hanno buon gioco a fare ciò che vogliono, in un tale vuoto politico e con l informazione che non fa informazione ma solo propaganda ai potenti, viene premiato chi chiude gli stabilimenti solo per cercare altrove manodopera a bassissimo costo...ma perché il signor marchionne non prova cosa significa lavorare in una catena di montaggio per 200 euro al mese..e senza una pausa
avendo lavorato un paio di anni alla zanussi elettrolux, in veneto, so che quello che alle orecchie di qualcuno può sembrare una sciocchezza come una pausa in più o in meno non lo è, perché lavori principalmente come un automa in mezzo agli automi e soprattutto per chi per 6 o 8 ore esegue lo stesso identico movimento avere 10 minuti per tornare umano non è un privilegio ma una necessità. Non dimenticherò mai cosa ci disse un responsabile il primo giorno di lavoro mostrandoci la fabbrica, queste sono macchine nuove e belle perché ci permettono di risparmiare molti operai..per anni quella che era la fabbrica più grande della zona ha preferito investire e buttare i soldi su macchinari che non avrebbe utilizzato con la sola speranza di fare a meno del personale umano..
i personaggi come marchionne hanno buon gioco a fare ciò che vogliono, in un tale vuoto politico e con l informazione che non fa informazione ma solo propaganda ai potenti, viene premiato chi chiude gli stabilimenti solo per cercare altrove manodopera a bassissimo costo...ma perché il signor marchionne non prova cosa significa lavorare in una catena di montaggio per 200 euro al mese..e senza una pausa
lo stato mafia
Quando lo stato è mafia non c è trattativa ma comunione d intenti...
se lo stato è mafia ha buon gioco a isolare i pochi uomini coraggiosi salvo poi piangerli quando non possono più dar fastidio...
quando lo stato è mafia pone il segreto di stato sui veleni nascosti e lascia morire chi li calpesta...
se lo stato è mafia il lavoro sporco lo lascia ai sicari ma la mente non è la stessa del braccio armato...
quando lo stato è solo oppressore e non da possibilità di lavoro ne di una vita dignitosa la mafia fa lo stato..
senza le connivenze politiche, senza la verità, senza una vera rivoluzione culturale la mafia sarebbe solo, come diceva peppino impastato, una montagna di merda...
se lo stato è mafia ha buon gioco a isolare i pochi uomini coraggiosi salvo poi piangerli quando non possono più dar fastidio...
quando lo stato è mafia pone il segreto di stato sui veleni nascosti e lascia morire chi li calpesta...
se lo stato è mafia il lavoro sporco lo lascia ai sicari ma la mente non è la stessa del braccio armato...
quando lo stato è solo oppressore e non da possibilità di lavoro ne di una vita dignitosa la mafia fa lo stato..
senza le connivenze politiche, senza la verità, senza una vera rivoluzione culturale la mafia sarebbe solo, come diceva peppino impastato, una montagna di merda...
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