abbiamo solo in prestito questo corpo, così come una testa e un cuore.. e l'uso che si sceglie di farne risponde solo alla propria coscienza e, se esiste, alla propria anima... ci sono però due strade, scegliere da che parte stare, da quella dei potenti o da quella degli ultimi, scegliere di appoggiare dogmi e gerarchie o sporcarsi le mani e toccare con mano le miserie altrui..certo è più semplice percorrere la prima, è una via già segnata, non ci sono ostacoli, si evita di pensare e di porsi troppi perché, si legge un vangelo a memoria senza capire cosa si recita..la seconda è la via più accidentata di chi vive per la strada e tocca con mano la sofferenza dei senza voce.. sembrava quasi irreale don Gallo, lo sentivi parlare e ti sembrava che si fosse capovolto il mondo, un prete comunista, quasi una contraddizione in termini, un prete che parlava di sinistra più di tutti quelli che in teoria dovrebbero rappresentarla. un uomo che soprattutto credeva che la crisi fosse provocata da questo sistema capitalistico e che ci fosse bisogno di lottare per creare un mondo diverso..quanti leader della cosiddetta sinistra hanno mai osato mettere in discussione questo sistema? avere uno sguardo rivolto al domani per poter davvero proporre un'alternativa a questo pantano.. la chiesa non condanna i preti pedofili ma isola, allontana, scomunica i preti che non hanno solo la vocazione di recitare a memoria una messa ma hanno un missione che dovrebbe in teoria essere compatibile con ciò predicano.. in un fiume di miserie morali e culturali la voce di questo piccolo grande uomo mancherà parecchio...
quattro anni di sardegna vuol dire come minimo se uno ci vive dentro insieme imparare il dialetto …allora mi sono permesso di scrivere questa roba qua …
solo un grande uomo poteva dire una frase del genere, fabrizio da genova che ha scelto di vivere nella campagna sarda, che ne impara "la lingua" , che viene rapito ma perdona i suoi rapitori perché sa distinguere i pesci piccoli dai mandanti grossi..quanti hanno dimostrato un tale rispetto verso la sardegna e i sardi?
la sardegna...un'isola vicina eppur lontana, un luogo di passaggio al centro del mediterraneo, un passato da terra di conquista dove chiunque ha lasciato la propria impronta, una terra dalle mille sfaccettature e dalle tante contraddizioni..una terra quasi non nostra...una regione autonoma solo sulla carta..
...è il sole che riesci a intravedere anche nelle giornate più grigie, è il maestrale sempre e comunque, è cultura e tradizione, è la cucina migliore del mondo, è una lingua che non si studia, (dove una parola si pronuncia in modo diverso da un paese all'altro) che quasi non si tramanda più..
...è nostalgia sia per chi parte sia per chi vi resta, è un amore viscerale quasi disperato che ci accomuna tutti ovunque ci troviamo, è la voglia di partire e quando sei lontano la voglia di tornare...
la sardegna è un posto unico ma perché si fa di tutto per distruggere il suo ambiente, perché hanno creato uno sviluppo basato sulla chimica e le raffinerie, perché la Saras, Macchiareddu, Ottana, Porto Torres? solo una politica finalizzata ad allontanare le persone dalla terra e dal bestiame per inseguire un benessere momentaneo che, sin dal principio, si sapeva non sarebbe durato e oggi questo è sotto gli occhi di tutti..solo un mezzo per togliere ogni prospettiva futura e liberarsi dei sardi costringendoli a partire..
rimaniamo aggrappati sempre e comunque a miliardari che hanno comprato non solo le aree più belle ma la dignità delle persone, convinte che raccogliere le briciole e fare le foto al loro lusso ostentato fosse la maggiore conquista..
dove il tanto decantato orgoglio dei sardi? non è solo conservare le proprie tradizioni, è ribellarsi a chi cementifica selvaggiamente le coste, è ribellarsi a chi impone un turismo di lusso per soli ricchi che si concentra solo nei mesi di luglio e agosto (quando col clima che abbiamo potrebbe durare tutto l'anno), è ribellarsi a chi continua a isolarci (è un vero scandalo quel che stanno facendo coi collegamenti navali e coi continui tentativi di tagliare la continuità territoriale e i collegamenti aerei)..
la sardegna non è la costa smeralda, non è villa certosa, non è perdas de fogu, non è una classe dirigente che ci ha svenduto pezzo per pezzo, o meglio questo è quello che è stato costruito finora ma se vogliamo che questo pezzo di terra ci appartenga sul serio non basta gridare ai quattro venti che vogliamo l'indipendenza, bisogna prima di tutto smettere di aspettare che arrivi il ricco di turno, la multinazionale di turno, a ridarci il lavoro, a imporci uno "sviluppo" che in un'isola non può avere né presente né futuro..
so che il discorso è più complicato ma se siamo arrivati a un binario morto lasciando solo macerie dietro e prospettive nulle davanti, perché continuare a seguire la corrente e aspettare che arrivi qualcuno a salvarci invece di valorizzare tutto il bello che abbiamo intorno e provare a essere noi uniti e padroni del nostro destino?
mentre i giornali erano impegnati a riscrivere la storia presentando giulio andreotti come lo statista protagonista di 60 anni di potere nel silenzio di tutti è morta una grande donna, agnese piraino leto vedovaborsellino. ancora una volta l'informazione ha dato il peggio di sé impegnandosi nel tessere le lodi di un uomo che non solo la storia può giudicare, rimangono, non le sue battute, la sua freddezza, la sua ironia, ma i suoi rapporti oscuri con i maggiori centri di potere, la mafia, il vaticano, la p2, gli usa; la sardegna ha pagato e ancora paga i suoi accordi personali stipulati in gran segreto con gli stati uniti, siamo stati venduti perché in una posizione centrale e strategica nel mediterraneo. l'unico ad aver avuto la dignità di ribellarsi a questo balletto è stato umberto ambrosoli che, mentre nella regione lombardia si celebrava l'ennesimo minuto di silenzio in suo ricordo, è uscito dall'aula; andreotti aveva detto che il padre giorgio, assassinato perché stava indagando sui loschi affari del banchiere sindona, se l era cercata..un gesto normale per il figlio di uomo coraggioso, sarebbe stato un gesto ancora più significativo non lasciarlo solo, soprattutto per quei consiglieri che in campagna elettorale lo hanno appoggiato (mi viene maliziosamente da pensare sfruttando la sua onestà e la sua storia per arrivare ad un posto prestigioso nel pirellone) e abbandonare quell'aula a chi s'inchina al potere e lascia che siano i posteri a esprimere un giudizio che loro sono in grado di dare.. paradossalmente hanno dimostrato più "coraggio" i tifosi negli stadi, per una volta ricordati non per cori razzisti e le violenze ma tutti uniti nei fischi durante il minuto di silenzio imposto anche nei campi sportivi non si sa per quale motivo... chiamare le cose col loro nome sarebbe già un grande gesto di giustizia nei confronti della verità, andreotti non è stato dichiarato innocente, è un prescritto colpevole di associazione a delinquere con la mafia per fatti accertati fino al 1980..la morte del giudice borsellino è stata materialmente eseguita dalla mafia ma i mandanti sono organi dello stato, basta chiamarla "presunta" trattativa stato-mafia.. non siamo così ipocriti o illusi da pensare che la verità su quell'ennesima stagione di misteri verrà fuori, ci sono verità che si possono solo immaginare ma non confessare; come ha detto licio gelli, dopo la morte del divo, i veri uomini sono quelli che si portano i segreti con loro. la giustizia può provare a indagare ma finirà sempre tutto in un vicolo chiuso perché l'italia è un paese dalla doppia storia, quella ufficiale dei fatti che appaiono e spesso esplodono e i meccanismi che ci stanno dietro..